IL FUTURO DI LATTEGRA? LO SBARCO IN GDO E UNA POLITICA DI BRAND
L’obiettivo del caseificio piacentino è quello di crescere nel canale della Gdo facendo leva su nuovi formati e giocare la carta dell’export.
Non è più necessario l’esame del battitore, capace di “auscultare” la forma con il martelletto e scoprirne eventuali difetti. Nella sala spedizioni di Lattegra Industria Casearia, secondo più grande produttore privato e quinto nella classifica generale del Grana Padano Dop, la qualità del formaggio pronto per la vendita passa sotto la macchina ai raggi X. «Viene effettuata una vera e propria radiografia di tutte le forme – spiega il titolare di Lattegra, Giacomo Fugazza – e anche se l’operazione è più lenta rispetto al tradizionale martelletto del battitore, la macchina Verix è in grado di espertizzare le forme di Grana Padano, una per una, in modo capillare alla ricerca di eventuali difetti. Valuta, ad esempio, l’occhiatura del formaggio, misura la compattezza della pasta ed è in grado di vedere anche eventuali corpi estranei aumentando così anche il livello di sicurezza igienico-sanitaria. L’unica cosa che non vede è il colore della pasta, per quello bisogna tagliare la forma».
Il magazzino di stagionatura di Lattegra può ospitare 140mila forme che rappresentano anche la produzione totale del caseificio di Gragnano Trebbiense (Pc), di proprietà della famiglia Fugazza.
«Mediamente – sottolinea Fugazza – lavoriamo 2mila quintali di latte al giorno. Una parte della materia prima conferita dagli allevatori viene rivenduta per non superare l’obiettivo di produzione ed evitare di pagare la contribuzione differenziata stabilita dal Piano produttivo del Grana Padano. La vendita del latte avviene abitualmente nei mesi estivi quando la produzione della materia prima diminuisce e i prezzi di conseguenza sono più alti. Il 2019 è iniziato, contrariamente a quanto avviene di solito, con quotazioni del latte piuttosto soste- nute. Questo fa ben sperare per il mondo agricolo che necessita di momenti prolungati di mercato positivo per mantenere un livello adeguato di remunerazione e poter continuare l’attività produttiva».
PIÙ PRODOTTO PORZIONATO E GRATTUGIATO PER LA GDO
Nei programmi dell'azienda per i prossimi anni ci sono obiettivi ambiziosi: far conoscere il marchio Lattegra e realizzare l’80% del fatturato con i nuovi formati di Grana Padano porzionato e grattugiato. «Finora abbiamo sempre venduto a commercianti stagionatori e confezionatori, ma il traguardo finale – spiega sempre il proprietario di Lattegra, Giacomo Fugazza – è quello di accorciare la filiera tra produttore e consumatore rivolgendoci direttamente alla Gdo. Abbiamo già iniziato, l’anno scorso il 15% del giro d’affari è arrivato da questo canale.
Sono terminati i lavori delle nuove linee di confezionamento di porzionato e grattugiato in modo da valorizzare al meglio la Dop sul mercato. Il prodotto grattugiato ha registrato un aumento dei consumi a doppia cifra negli ultimi anni. Per realizzare queste nuove linee ad alta tecnologia è stato sostenuto un investimento di 3,5 milioni di euro che ha beneficiato di un contributo Ue attraverso una misura del Programma di sviluppo rurale dell’Emilia-Romagna».
LA VIA PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
È arrivato anche il via libera a un nuovo finanziamento, sempre nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, per un progetto di sostenibilità ambientale e di innovazione tecnologica che prevede il potenziamento dell’impianto di depurazione e la realizzazione di una nuova vasca di ossigenazione perseguendo l’obiettivo di “consumo suolo zero”. L’investimento, grazie anche a tecnologie all’avanguardia, è in linea con il sistema di gestione ambientale dell’azienda, che ha ottenuto la certificazione ai sensi della norma Uni En Iso 14001:2004.
Questo finanziamento, essendo destinato a un progetto integrato di filiera, ha coinvolto una decina di aziende agricole dell’Emilia Romagna.
In questo caso nel progetto è stata coinvolta l’Azienda Agricola Fugazza di Giacomo Fugazza, una stalla di 850 bovini da latte che sorge proprio vicino al caseificio e produce 320 quintali di latte al latte al giorno grazie anche alla disponibilità di 650 ettari di terreni coltivati a mais, erba medica e prati stabili. Questo allevamento contribuisce oggi con una quota del 10%-12% al totale del latte complessivamente conferito al caseificio. Il resto del latte viene conferito da altri trenta allevatori, metà nella provincia di Piacenza e l’altra metà in quella di Lodi. Vicino alla stalla sono stati realizzati due impianti di biogas alimentati dagli effluenti zootecnici dell’allevamento che producono 2 megawatt all’ora di energia elettrica, pari a 16mila kilowatt l’anno. Il liquame bovino, infatti, attraverso un processo di digestione anaerobica, viene trasformato in biogas che a sua volta viene convertito in energia elettrica.
QUALITÀ E TECNOLOGIA, IL PERCORSO DELLA CERTIFICAZIONE
Il binomio qualità efficienza ha portato l’azienda ad applicare un sistema di qualità integrata che riguarda sia l’aspetto igienico-sanitario che la certificazione in base alla norma Iso 22000:2005 (sistema di gestione della sicurezza alimentare).
È stata ottenuta la certificazione di filiera Uni En Iso 22005:2008 che prevede la completa tracciabilità del prodotto dalla terra alla produzione del latte fino alla successiva trasformazione in Grana Padano.
Da anni Lattegra ha conseguito anche le certificazioni Brc (British retail consortium) e Ifs (International featured standards), la Ohsas 18001:2007 - sistema di gestione della sicurezza e della salute sul lavoro, la Iso 14001/Uni En Iso 14001:2015 che certifica il sistema di gestione ambientale, la Iso 50001:2018 sul sistema di gestione dell’energia, la Iso/Ts 14067:2018 in tema ambientale per la Carbon footprint, la certificazione ogm free e la 231 per il rating di legalità.
Nei pressi dello stabilimento si trova il punto di vendita al dettaglio dove si possono acquistare vari tipi di formaggi, salumi e vini tipici della tradizione piacentina.