Genola Latte SpA

Tracciato 23521

Matricola: CN911

Raggruppa 814

T: 0172 68161 | F: 0172 68161

Raggruppa 818

Viale Matteotti, 17
18100 Imperia (IM)

SEDE PRODUTTIVA

Via Marconi, 74
12040 Genola (CN)

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La squadra di tecnici casari si accinge
a estrarre le due forme gemelle da una caldaia
nel caseificio Genola Latte

LATTE ALBERTI, IL PRINCIPALE PRODUTTORE DI GRANA PADANO DOP IN PIEMONTE

Il caseificio di Genola Latte, nel cuneese, ha aderito al Consorzio di tutela del Grana Padano nel 1983 e oggi produce 25mila forme l’anno

La sigla di identificazione di ogni singola forma è Cn911. Significa che il Grana Padano DOP è prodotto in Piemonte, a Genola, in provincia di Cuneo, nel caseificio Genola Latte S.p.a. della Latte Alberti, marchio storico del latte alimentare prodotto in Liguria, a Pontedassio (Im), dove ha sede il Gruppo che fa capo alla famiglia Alberti.
Sul sito aziendale sono spiegate le caratteristiche del Grana Padano Alberti: «un formaggio dal sapore delicato, per nulla piccante e con una crosta sottile. La pasta ha un colore bianco e uniforme. La stagionatura media è compresa fra i 13 e i 15 mesi. Dopo oltre 30 anni di attività, la conoscenza del processo produttivo e dei molti parametri che lo influenzano, ci permette di produrre un formaggio che ha una qualità decisamente elevata e omogenea, nel pieno rispetto della sua natura artigianale e della tradizione».
Il 1983 è infatti la data del certificato di adesione al Consorzio di tutela del Gran a Padano DOP da parte del Gruppo Latte Alberti che è diventato oggi il più grande produttore piemontese di Grana Padano con 25 mila forme l’anno.

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Una forma di Grana Padano davanti al Caseificio Genola latte

LATTE DA ALLEVAMENTI SELEZIONATI DELLA PROVINCIA GRANDA

Il latte proviene da allevamenti piemontesi selezionati di vacche di razza Frisona Italiana situati appunto nella Provincia Granda, una zona che fa parte dell’area padana, ma per la vicinanza con le montagne e l’abbondanza di acqua che deriva dallo scioglimento delle nevi, vanta particolari caratteristiche climatiche e ambientali, capaci di influenzare la qualità della materia prima. I campi coltivati a mais, principale componente dell’alimentazione delle bovine, sono infatti irrigati da numerose sorgenti e corsi d’acqua, tutti provenienti dal vicino Monviso. «Non deve stupire la produzione di Grana Padano in Piemonte – sottolinea Alberto Alberti, figlio del fondatore Giacomo, oggi alla guida del Gruppo –, perché siamo a tutti gli effetti in Pianura Padana e quindi autorizzati dal Consorzio di tutela, anche se siamo rimasti in pochi. Per noi è anzi un motivo di grande orgoglio essere produttori in Piemonte: una regione da sempre vocata alla produzione lattiero casearia, una regione dove il Grana Padano ha una lunga e importante tradizione».
Gli allevamenti che forniscono la materia prima a Latte Alberti sono inoltre situati a non più di 25 chilometri dallo stabilimento di Genola, dove si trova il centro di raccolta del latte di tutto il Gruppo, compreso quello che viene inviato nello stabilimento di Pontedassio, in Liguria, per diventare poi latte fresco alimentare e prodotti derivati.

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Il tank di raccolta della materia prima.

IL CENTRO DI RACCOLTA DIVENTA ANCHE CASEIFICIO

La storia del Gruppo Latte Alberti ha origine nella Riviera Ligure di Ponente, a Imperia, nell’entroterra provinciale e anche nel cuneese: «Lo stabilimento di Genola Latte venne creato nel 1971 da mio nonno, Giacomo Alberti, e da alcuni soci dell’epoca, – spiega Matteo Alberti, esponente della terza generazione e responsabile della comunicazione –. La zona di Genola, in provincia di Cuneo, è il nostro centro di riferimento per la raccolta del latte. Lo è diventato da quando gli allevamenti delle valli imperiesi sono pressoché scomparsi. Il latte viene quindi trasportato in giornata a Pontedassio (Im), lavorato e distribuito come latte fresco alimentare. Negli anni ’70 e ’80 il latte veniva raccolto da tante piccole stalle: una volta gli allevamenti che conferivano la materia prima erano moltissimi, oggi si sono ridotti, ma è aumentata la produzione per stalla e il quantitativo totale consegnato alla Latte Alberti». Tanto per dare un’idea, nel 1984 venivano ritirati circa 250 quintali di latte da 237 produttori, oggi ci sono solo 15 produttori che consegnano 750 quintali. «Per gestire il progressivo aumento dei quantitativi di latte – spiega Alberto Alberti – si è deciso di aderire al Consorzio di tutela del Grana Padano ed iniziare la produzione della Dop proprio a Genola.Oggi più del 50% del latte viene lavorato a Grana Padano in questo caseificio, il resto viene trasportato Pontedassio, nell’imperiese. Da sempre abbiamo ottimi rapporti con gli allevatori, li conosciamo personalmente e il nostro obiettivo comune è quello di garantire una qualità costante della materia prima.

È fondamentale anche il rispetto del benessere animale che rende anche più produttiva la vacca da latte e rappresenta una certificazione importante per il nostro caseificio. Anche in agosto, in piena afa estiva, quando ci capita di visitare i nostri conferenti, troviamo sempre animali in condizioni perfette, rinfrescati dai ventilatori e dai micronebulizzatori in stalla».

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Il magazzino di stagionatura delle forme

L’EVOLUZIONE NELLA PRODUZIONE DI GRANA PADANO

Il caseificio per la produzione di Grana Padano è partito inizialmente con tre caldaie che facevano due lavorazioni al giorno, una al mattino con il latte raccolto in bidoni la sera precedente, e una nel pomeriggio con il latte raccolto la mattina. La fase di affioramento avveniva in bacinelle. Negli anni ’90 del secolo scorso sono state introdotte altre 5 caldaie ed è stata realizzata una nuova sala climatizzata per il latte in affioramento. Negli anni duemila il caseificio è stato nuovamente rinnovato: nella sala di lavorazione sono state aggiunte altre 12 caldaie che sono arrivate complessivamente a 20, sono stati implementati anche gli affioratori a silos e sono state automatizzate alcune operazioni per consentire di alleggerire dal trasporto di pesi il personale tecnico, consentendo di coniugare tradizione ed innovazione. Resta ovviamente tutta manuale, così come prescrive il disciplinare di produzione, la lavorazione del latte in caldaia per la formazione della cagliata che viene poi estratta e tagliata in due forme gemelle. Il tank di raccolta del latte è posizionato all’esterno del caseificio.

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Dotazioni tecnologiche all’avanguardia

GLI ULTIMI INVESTIMENTI

Un nuovo e più moderno magazzino di stagionatura delle forme di Grana Padano è stato aggiunto, nel 2005, a fianco di quello originario, come sottolinea il responsabile della Genola Latte, Alessandro Gramaglia. Di recente sono stati acquistati anche due nuovi impianti di spazzolatura e rivoltamento delle forme. Una quindicina di anni fa, lo stabilimento era stato completamente rinnovato anche come dotazioni tecnologiche, oggi l’impiantistica del caseificio è all’avanguardia.
«Dalla sua nascita ad oggi, il nostro caseificio è cresciuto costantemente grazie a validi collaboratori e ad importanti investimenti, fino a produrre circa 25mila forme nel 2019. Al momento non è nei programmi a breve o medio periodo, ma abbiamo comunque la disponibilità anche di altro terreno – aggiunge Alberto Alberti – per ampliare le strutture nel caso si decidesse, in futuro, di aumentare ulteriormente la capacità produttiva».

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Lo spaccio del caseificio Alberti

INTERMEDIARI PER LA COMMERCIALIZZAZIONE

Anche se sono sufficienti 9 mesi di stagionatura per ottenere la marchiatura del Consorzio di tutela la stagionatura media di gran parte delle forme è di 14 mesi. Una parte della produzione viene stagionata per oltre 20 mesi per arrivare a chiamarsi Riserva.
Per quanto riguarda la commercializzazione, il Grana Padano Alberti viene venduto a intermediari: «Preferiamo restare produttori – spiega Alberto Alberti – e il nostro Grana Padano viene confezionato e venduto alla Gdo, o esportato anche negli Stati Uniti. Vendiamo a 4-5 grandi aziende del settore, da anni sempre le stesse. La qualità elevata del formaggio viene apprezzata e ci viene riconosciuta dal mercato anche in termini di pagamento».  
Annesso al caseificio è operativo un ampio spaccio per la vendita di Grana Padano e di tutti i prodotti a marchio Latte Alberti. Il Grana Padano firmato Alberti a 23 mesi di stagionatura è stato anche recensito nell’ultima Guida de L’Espresso I Formaggi d’Italia come «prodotto eccellente sotto tutti i profili. Equilibrato e armonico si caratterizza per un’intensità aromatica importante e grande complessità».

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Matteo Alberti, responsabile comunicazione,
e Alberto Alberti, presidente

OLTRE 70 ANNI DI STORIA NEL SETTORE LATTIERO CASEARIO

Latte Alberti nasce nel 1948 in via Parini a Imperia, come ditta individuale di Giacomo Alberti. Nel 1958 avviene il primo salto di qualità con il trasferimento dai locali di via Parini a uno stabile più ampio in via Foce, sempre a Imperia.
Lo stabilimento, come era nei piani di Giacomo Alberti e del fratello Quinto, garantisce un’ulteriore crescita dell’azienda, tanto da consentire maggiori investimenti. Nei dieci anni successivi, assieme anche a due soci piemontesi, iniziano le acquisizioni di aziende del settore del latte alimentare e dei suoi derivati come la Merano di Imperia, la Freghetti di Alassio e la Faraldi di Sanremo. Nel 1972, Giacomo costruisce il nuovo stabilimento, ancora oggi pienamente funzionante, in regione Aribaga a Pontedassio. Nella nuova struttura vengono installati impianti all’avanguardia come il Tetra Pak, un sistema di confezionamento del latte in cartoni sterili a forma di tetraedro, destinati a sostituire le vecchie bottiglie di vetro. Fra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso Giacomo è affiancato in azienda dal figlio, Alberto, e dal nipote Marco, figlio di Quinto, il fratello che ha condiviso con lui la crescita dell’azienda per quasi vent’anni fino alla scomparsa, nel 1976.