Per un Grana Padano sostenibile si comincia dal benessere animale: la scelta del Consorzio di Tutela

Grana Padano non è solo “L’emozione che ha fatto innamorare il mondo”, ma vuole essere un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Con questo obiettivo il Consorzio di Tutela si impegna per migliorare il benessere animale.

L’attività del Consorzio si è sempre focalizzata sulla verifica del rispetto del disciplinare di produzione per quanto riguarda le fasi di lavorazione del latte, della qualità e della bontà del Grana Padano, comprese le caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Ora, tuttavia, l’attenzione è rivolta anche al benessere della filiera, a partire proprio dal suo primo anello, quello della stalla e delle bovine da latte. In questo caso si sposano, anche se in questo momento vengono parzialmente messi in discussione, i principi della politica europea Farm to Fork, la strategia che, come parte del Green Deal della Commissione europea, ha l’obiettivo di rendere più sostenibile il sistema alimentare.

«Questo vuol dire – ha spiegato Antonio Vitali, medico veterinario e coordinatore tecnico del Progetto sul benessere animale per conto del Consorzio di Tutela del Grana Padano (nell’ambito di un programma più ampio chiamato Grana Padano “L’emozione che ha fatto innamorare il mondo” oggi con particolare attenzione al rispetto di un sistema alimentare equo sano e rispettoso dell’ambiente) andare a rendere virtuoso sotto l’aspetto ambientale anche l’origine della materia prima. Finora il Consorzio di tutela del Grana Padano si era interessato, soprattutto, a regolamentare l’alimentazione zootecnica delle bovine da latte, che producono materia prima per il Grana Padano. Regole che sono codificate da un disciplinare di produzione. Ora il Consorzio ha deciso di allargare quest’ottica, andando a verificare anche altri aspetti all’interno della filiera con la collaborazione dei suoi 4mila allevatori».

VACCHE, PASCOLO

«Quindi, questo progetto vuole offrire la possibilità, in questa prima fase, di monitorare quella che è la situazione generale di benessere animale di tutti i suoi allevamenti conferenti, fornitori di materia prima, distribuiti in 5 regioni. Una volta eseguita questa analisi verrà avviato un programma di miglioramento delle stalle della filiera che sarà in grado di “raccontare” la posizione del Grana Padana nei confronti della produzione primaria e del benessere animale al consumatore, dando ulteriori rassicurazioni e informazioni in merito».

Tutto questo sforzo ha, poi, anche l’obiettivo di essere trasferito come informazione sul benessere animale al consumatore. Ma come si procederà? Innanzitutto, come ha sottolineato Vitali, chiedendo la collaborazione dei veterinari aziendali negli allevamenti e degli stabilimenti di produzione del Grana Padano in modo da avere un quadro completo della situazione entro la fine dell’anno sulla quale poi avviare azioni di miglioramento del benessere animale. Si prevede di coinvolgere tutti gli stabilimenti di trasformazione nell’attività di raccolta dei dati dei loro conferenti e fornitori di materia prima.

«È fondamentale, però – avverte Vitali – non duplicare gli sforzi sul benessere animale. Si utilizzerà pertanto Classyfarm del ministero della Salute, il sistema di categorizzazione degli allevamenti per quanto riguarda il benessere animale: il primo passo sarà, quindi, capire quanti sul territorio lo stanno usando e quali, sulla base dei risultati, stanno incrementando il loro livello di benessere animale. Quando verrà pubblicato il decreto sul Sqnba (Sistema qualità nazionale benessere animale) avremo già i dati degli allevamenti».