Grana Padano: vola l’export, migliorano i prezzi. Rinnovo delle cariche per Cda e collegio sindacale

Il saluto del presidente Zaghini: da quattro anni duri usciamo ancora più leader.
Berni: cresce l’apprezzamento e il fatturato estero sorpassa quello nazionale.

Montichiari (BS), 18 aprile 2024 – “In questi quattro anni abbiamo continuato a crescere le produzioni, abbiamo performato ottimamente all’estero e in Italia e siamo stati la destinazione più remunerativa al mondo per il latte da silomais”. Costi maggiori, certamente, rispetto ad allevamenti per latte alimentare o formaggi generici, ma valorizzazione al top, come nessun’altra destinazione. Terminiamo quindi un quadriennio davvero oltre le aspettative, con alcune scelte difficili, coraggiose, ma altrettanto vincenti”. Renato Zaghini ha aperto l’Assemblea Generale del Consorzio di Tutela, che si è svolta al Centro Fiere di Montichiari (BS), con una sintesi della presidenza che lo ha visto alla guida del Consorzio Tutela Grana Padano, iniziata durante il lockdown e proseguita in un periodo tra i più difficili nei 70 anni del consorzio, di cui fanno parte i produttori del formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo.
“Nel 2023 abbiamo gettato solide basi, perché nel 2024 i volumi esteri superino quelli italiani – ha sottolineato il presidente uscente – visto che il fatturato al consumo estero ha già superato quello italiano: quasi un miliardo e 950 milioni di euro contro il miliardo e 650 milioni di euro in Italia. Quest’anno quindi i consumatori mondiali hanno speso quasi 3,7 miliardi di euro per acquistare Grana Padano, una cifra da capogiro, con un + 16% rispetto al 2022”.

LA PRODUZIONE

Dal 1998, anno di attivazione della DOP Grana Padano, al 2023, l’incremento della produzione è stato del 66,87%, del 46,11% egli ultimi 20 anni e del + 4,84% rispetto al 2022.
Ripartita su base territoriale e comprendendo tutte le strutture produttive, la provincia di Mantova con 27 caseifici risulta il territorio più produttivo con 1.656.325 forme pari al 30,36% della produzione (29,8% nel 2022). Seguita da Brescia, con 1.255.020 forme lavorate in 29 aziende, e Cremona, con 946.156 forme uscite dai suoi 9 caseifici, che hanno quindi la media produttiva più alta nel consorzio con più di 105mila forme lavorate.

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VENDITE DI GRANA PADANO DOP ITALIA (Retail)

Nell’anno 2023 la categoria “Formaggi duri tipici italiani” ha sviluppato in Italia un trend a volume positivo pari al +4,8% rispetto al 2022. Con una quota di 45,2% a Volume, il Grana Padano si conferma leader della categoria insieme al Trentingrana, mostrando una performance stabile a Volume (+0,4%) a fronte di una crescita a valore del +8,8% legata al protrarsi della fase inflattiva nel corso dell’anno. Se poi si esclude il Trentingrana in forte calo con volumi a -9,6%, la performance del Grana Padano risulta ancora migliore, con un +0,7% a volume.
Il prezzo medio del Grana Padano DOP ha inoltre registrato una crescita del +8,9%, arrivando ad un prezzo medio di 14,68 €/kg. Su base annua il valore raggiunto dall’intera categoria dei formaggi duri si è attestato a 15,76 €/kg, registrando una crescita del +6,8% rispetto al 2022, quindi inferiore a quella del Grana Padano DOP e del Trentingrana, salito del 7,7% sino a 15,40 €/kg.
Il Grana Padano DOP si conferma inoltre leader in tutte le aree geografiche Nielsen, pur con trend diversi, e con quote di mercato nel comparto tra il 43,7% nel Nord est ed il 46,8 di Sud e Isole.
Tendenze analoghe per le vendite nei vari canali distributivi. Grana Padano e Trentingrana detengono la quota di mercato più alta tra i formaggi duri tipici, tra il 41,5% dei discount e il 46,7% dei supermercati.
Tre le tipologie volumi di Grana Padano e Trentingrana in crescita del +6,0% tra le forme, che valgono il 56% del mercato, miglioramento dello 0,7% tra i pezzi preconfezionati a peso imposto dell’1,6% nei grattugiati e dell’1% sul segmento scaglie. In calo solo i bocconcini, dello 0,3% su un decremento complessivo dei duri del 2,3%.

 

L’EXPORT

Elaborando i dati pubblicati da ISTAT sull’export dei formaggi, emerge che nel 2023 le esportazioni di Grana Padano DOP raggiungono complessivamente 2.482.891 forme, in crescita del 6,55%. “Ciò significa che nel 2023 il 48,4% della produzione marchiata è stata destinata ai mercati esteri – commenta il Direttore Generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni – Considerando, inoltre, un incremento dei prezzi al dettaglio di Grana Padano superiore al trend dell’inflazione, l’incremento della spesa mondiale di Grana Padano sfiora il 15%”.
Un risultato in controtendenza, quindi, con quello di altri settori del food che hanno visto crescere i volumi solo a fronte di crescita dei prezzi al consumo al di sotto il trend dell’inflazione, a valori inferiori. “Questo straordinario traguardo raggiunto da Grana Padano rappresenta un incoraggiante segnale per il futuro – sottolinea Berni -, perché denota un apprezzamento costante da parte dei consumatori in tutto il mondo e un ottimo rapporto qualità-prezzo del nostro formaggio”.
L’Europa, con 2.060.484 forme, assorbe l’83% delle esportazioni di Grana Padano DOP, con un incremento del 6,9% rispetto al 2022. E la Germania, con una crescita del 5,53%, consolida sempre di più il primato di principale destinatario per le esportazioni di Grana Padano DOP, per un totale di 599.448 forme.
Nel complesso, anche i mercati extra UE28, dopo l’espansione registrata nel 2022, consolidano un incremento del 5,14%, per un volume complessivo di 607.530 forme. “E’ anche l’effetto del buon andamento del mercato statunitense, tradizionalmente uno dei principali mercati di sbocco per il Grana Padano – commenta il Direttore Generale -, che ha reso possibile, nonostante la debolezza del mercato canadese, un risultato così significativo per le esportazioni di Grana Padano nei paesi Extra UE”.

 

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“Per continuare questo trend sappiamo che lo spazio di crescita è l’export senza perdere di vista l’Italia che comunque consuma oltre 2,5 milioni di forme – ha commentato il presidente Zaghini -. Sappiamo anche che dobbiamo assecondare le tendenze e gli orientamenti dei consumatori con la sostenibilità di processo, con il benessere animale e con la salubrità di prodotto”.
Zaghini ha ricordato come il settore zootecnico sia bersaglio di quanti, in nome di un opinabile ambientalismo sfruttino e alimentino “questa tendenza animalistico/ambientale per sostituire i nostri alimenti zootecnici, carni, latte, formaggi con cibo sintetico da bioreattore”.
“Al nuovo corso che emergerà dalle votazioni di oggi competerà proseguire con energia e determinazione il percorso che ci sta dando ragione – ha concluso Zaghini -. E verrà fatto con il nuovo Piano Produttivo e con il nuovo Piano Strategico da varare, come primo atto della nuova Governance, al prossimo novembre”.
Tra gli intervenuti, Giovanni Guarneri, presidente del Gruppo latte di Copa-Cogeca, ha portato il saluto condiviso con Assolatte, esprimendo una valutazione molto positiva dell’attività svolta dal Consorzio nel quadriennio sotto la guida del CdA.
Elogi anche dal presidente lombardo di Coldiretti, Gianfranco Comincioli, che ha sottolineato l’importanza dell’andamento del Grana Padano per mantenere l’equilibrio del prezzo del latte alla stalla e del prodotto trasformato, risultato di un comune impegno di allevatori e trasformatori. Massimo Minelli, presidente regionale di Confcooperative, ha manifestato l’orgoglio per i risultati nel mondo del Grana Padano DOP, sottolineando la necessità che restino alte la consapevolezza di questa forza, l’armonia tra cooperazione e industria e la responsabilità di mantenere un sistema virtuoso.
Presentando la relazione annuale di NOMISMA sul piano produttivo 2020-2023 approvato dal 99,74 per cento dell’assemblea, Ersilia DI Tullio ha poi sottolineato il ruolo del documento che ha consentito lo sviluppo all’estero e non ha avuto conseguenze negative sul mercato interno del latte.
Con un applauso è stato infine accolto il saluto del vice presidente vicario Giuseppe Ambrosi, che non si è ricandidato, ricordando i 30 anni trascorsi nel Consorzio e ringraziando i consorziati e tutti i propri collaboratori.
L’Assemblea ha quindi approvato all’unanimità la relazione del Cda ed il bilancio consuntivo con il 100% dei voti da parte degli aventi diritto. I consorziati hanno proceduto alle elezioni dei 27 membri del nuovo Consiglio di amministrazione, che alla sua prima convocazione eleggerà il presidente e dieci componenti del comitato di gestione, in carica sino alla primavera 2028. Votati inoltre i cinque componenti del collegio sindacale.
I produttori hanno eletto in Cda Gianni Bergamin, Tiziano Campagnari, Giorgio Cecchin, Gabriele Gorni Silvestrini, Stefano Pezzini e Attilio Zanetti di Mantova; Gianmaria Bettoni di Bergamo; Paolo Boldini, Paolo Cattaruzzi, Cinzia Ferretti, B. Valter Giacomelli e Luigi Giovanni Sala di Brescia; Francesco Saverio Borgo e Michele Miotto di Vicenza; Giacomo Fugazza e Giancarlo Pedretti di Piacenza; Fiorenzo Finco di Trento; Tiziano Fusar Poli, Giovanni Guarneri e Liberio Stradiotti di Cremona; Riccardo Ghidetti di Verona.
Per gli stagionatori sono stati eletti Emanuele Attanasio e Antonio Auricchio di Cremona, Federico Barbi di Trento, Laura Maria Ferrari di Milano, Nisio Paganin di Verona e Renato Zaghini di Mantova.
Il nuovo collegio sindacale è composto dai revisori contabili Francesco Landriscina, presidente, Marco Bianchi e Lucio Leoni, sindaci effettivi, e da Aldina Boldini, sindaco supplente come Giorgio Angelo Fontana, produttore di Mantova.