Grana Padano a “Forme Infinite”

Il Consorzio TGP sponsor della settima edizione della manifestazione di Bergamo.

Berni: “Con quasi 5 milioni e 300 mila forme nel corso del 2022 il Grana Padano si conferma il formaggio DOP più consumato al mondo”

Terminata la manifestazione B2Cheese Bergamo sarà nuovamente la capitale mondiale del formaggio dal 21 al 23 ottobre con la Settima edizione di FORME INFINITE.

La manifestazione, che è ormai un riferimento delle eccellenze del settore lattiero-caseario, ha quest’anno un ricchissimo programma, con il terzo summit delle Città Creative Unesco, i concorsi caseari e gastronomici, i convegni, la mostra museale con i prodotti tipici di Bergamo e la spettacolare mostra-mercato di formaggi DOP e delle Cheese Valleys.

“Con una crescita delle esportazioni superiore al 7% nel 2021, il Grana Padano è sempre più il simbolo dell’eccellenza dell’agroalimentare italiana, inoltre con quasi 5 milioni e 300 mila forme nel corso del 2022 si conferma il formaggio DOP più consumato al mondo.” – spiega il Direttore Generale del Consorzio, Stefano Berni, aggiungendo che: “Quando alle “forme” abbiniamo l’aggettivo “infinite” la presenza del Grana Padano diventa rappresentativa di tutto il settore.”

Sabato 22, presso il Circolino di Città Alta – Sala Sant’Agata, nella meravigliosa cornice borgo medioevale, il Consorzio sarà presente a due masterclass con abbinamenti sorprendenti guidate da Maestri Assaggiatori ONAF e Sommelier AIS.

La prima “Duri si nasce e si diventa” insieme alle bollicine di Lombardia DOP/IGP, Grana Padano proporrà un Riserva.

“Quando la “G” è maiuscola: Gin & Grana Padano DOP” è il titolo della seconda iniziativa in cui una degustazione verticale di Grana Padano DOP (dai 12 mesi al Riserva oltre 20 mesi) andrà in abbinamento ai Gin Jensen’s London Dry, Old Tom, Gasto 41, Gin GINO.

“Partecipando a iniziative come Forme Infinite, nei luoghi dove si produce Grana Padano” – ha concluso Berni – “rinforziamo anche “la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura e della zootecnia italiane e ribadiamo il no ai modelli alimentari che vogliono omologare al ribasso le produzioni agricole”.