Berni: «Serve una frenata della produzione. Rischiamo un mercato autunnale in affanno»

Il direttore generale del Consorzio del Grana Padano invita a restare al di sotto del 3% di aumento annuale.

«A giugno 2025 la produzione di Grana Padano ha segnato un incremento del 2,36% rispetto allo stesso mese del 2024. Il consuntivo dei primi sei mesi dell’anno mostra una tendenza che dal +4,07% scende al +3,81%, e che – se corretta a parità di giorni lavorati – passa dal +4,76% al +4,39%».

A fare il punto sull’andamento delle forme prodotte in questa prima parte dell’anno è il direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano, Stefano Berni. Il messaggio ai caseifici è chiaro: è tempo di dosare in modo corretto le lavorazioni, per non compromettere gli equilibri di mercato.

«La crescita delle forme prodotte deve essere più contenuta – avverte Berni –. Dobbiamo fare in modo che a fine anno il quantitativo prodotto rientri in un livello compatibile con la domanda per evitare squilibri che danneggerebbero tutti. L’aumento massimo per rimanere in equilibrio è al di sotto del 3% di aumento».

 

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Stefano Berni, Direttore Generale
Consorzio Tutela Grana Padano

Necessario vendere il latte per ridurre la produzione

Già lo scorso maggio Berni aveva fatto un bilancio invitando i consorziati alla prudenza di fronte a un incremento del 4,76% registrato nei primi cinque mesi del 2025. «Occorre una frenata» aveva avvertito. Anche perché, come aveva sottolineato, essendo buone le quotazioni del latte spot, la vendita della materia prima in estate avrebbe offerto un doppio vantaggio, un’occasione di remunerazione immediata e un alleggerimento dell’offerta di Grana Padano sul mercato.

«Un aumento eccessivo il sistema non può sostenerlo – aveva ribadito –. Chi sta crescendo troppo deve alleggerire le produzioni in modo deciso. In caso contrario rischiamo un mercato autunnale in grande affanno. E sarà un problema per tutti: sia per chi sta eccedendo, sia per chi è rimasto nei parametri».

Uscite di Grana Padano in calo

Un’indicazione, quella del direttore generale, corroborata dai segnali di un rallentamento delle vendite sul mercato. «Le uscite di Grana Padano in Italia sono in calo – spiega Berni – a questi prezzi. Anche se la flessione non è vistosa, non va, tuttavia, ignorata, soprattutto a fronte di una produzione che continua a crescere».