Belgian Blonde Ale

GRANAPADANOBelgianBlonde-43799

La denominazione stilistica ne indica chiaramente l’origine geografica: partendo dalle terre a cavallo tra Vallonia e Fiandra, tuttavia, questa tipologia ha fatto conquiste e arruolato proseliti un po’ ovunque, trovando sostenitori (tra chi produce come tra chi consuma) nei più disparati angoli dello scenario internazionale.

– Conservazione: Trattandosi di uno stile ad alta fermentazione, le referenze che ad esso fanno capo non hanno necessità di essere conservate mantenendo la catena del freddo; è importante nondimeno che la temperatura si contenga entro i 18-20 °C, soglia oltre la quale (a meno che non si tratti di esemplari pastorizzati) potrebbe innescarsi una rifermentazione in bottiglia con esiti inopportuni.

– Temperatura di servizio: può variare dai 10 ai 12° C, con un bicchiere a calice, dall’ampia apertura. Inizialmente il bicchiere va inclinato di 45° e successivamente raddrizzato per permettere la formazione di un bel cappello di schiuma. Si consiglia di porre attenzione al fondo della bottiglia, che – nelle edizioni non filtrate integralmente – può presentare sospensioni in maggiore concentrazione, data dalla presenza dei lieviti. Si può anche scegliere di lasciare un dito di sedimento nella bottiglia, far roteare quest’ultima attorno al suo asse longitudinale e servire il deposito in un bicchiere a parte, proprio in modo da apprezzare la caratterizzazione data dai lieviti stessi.

– Titolo alcolometrico: 6-7.5% alc.

Caratteristiche (visive, olfattive, gusto-olfattive):
Di colore variabile dal dorato chiaro al dorato carico, presenta un aspetto generalmente pulito e un coronamento di schiuma ben presente, di fattura fitta, compatta, di persistenza apprezzabile, tanto da generare spesso nel bicchiere quelli che vengono definiti “merletti di Bruxelles”. La costruzione olfattiva è interessante, per intensità e complessità: vi troviamo temi conferiti dal malto (panificato dolce a breve cottura, caramello biondo, miele), dal luppolo (floreali, talvolta terrosi), dal lievito (frutta matura a polpa chiara, agrumi quali arancia o limone e note speziate che possono ad esempio ricordare il chiodo di garofano). Al palato la corsa gustativa riflette e conferma le complessità nasali, così come le loro direzioni qualitative; innestando tale architettura sul telaio di una corporatura di medio spessore (sostenuta da una carbonazione tendenzialmente elevata), incline a esprimere un finale asciutto, senza con ciò accentuare le percezioni amare che vanno a bilanciare le prevalenti morbidezze alcoliche e zuccherine. In merito alla gradazione, la sua taglia medio-robusta ne consiglia, in abbinamento, l’impiego su portate che intervengano nella parte centrale di un pasto.
La densità strutturale e gustolfattiva di questo stile si accompagna felicemente alle caratteristiche del Grana Padano con stagionatura superiore tra i 16 e i 20 mesi: nello specifico, l’alcolicità e la carbonazione pimpanti lavorano sulla materia grassa; le dolcezze maltate sulla sapidità del formaggio, con esiti di bilanciamento. Alcune edizioni, di maggior gradazione alcolica (la scelta è sempre a discrezione del produttore), possono far rilevare qualche asimmetria nell’abbinamento che, mediamente, offre in ogni caso solide garanzie.

Curiosità
La genesi della tipologia è relativamente recente (inizio Novecento) e da ricondurre al tentativo dei produttori belgi tradizionalmente consacrati all’alta fermentazione di fronteggiare la crescente popolarità delle Pils di matrice mitteleuropea.