Prosegue a febbraio la crescita dell’export, ma serve rallentare sulla produzione

Il Direttore Generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni ha fatto il punto sui consumi del primo bimestre: «Situazione buona, ma attenzione a non superare il 3% di crescita produttiva»

Il Grana Padano è sempre più apprezzato sui mercati internazionali, a conferma del suo ruolo di brand nazionale dell’agroalimentare di qualità nel mondo. I dati di febbraio 2025 mostrano un export in crescita dello 0,25% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un incremento che, se normalizzato rispetto al giorno in meno del mese di febbraio 2025 (anno non bisestile), sale al 3,5%.

Lo ha sottolineato Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano aggiungendo però che «Il dato mensile di febbraio è da leggere correttamente. La crescita apparente dello 0,25% è in realtà ben più significativa, perché febbraio 2025 ha avuto un giorno in meno rispetto al 2024. Considerando questo fattore, l’incremento reale si attesta attorno al 3,5%».

 

SPICCHIO

Il primo bimestre archiviato con un +4% circa di incremento

Nel complesso, il primo bimestre dell’anno si chiude, come ha fatto notare ancora Berni, con un bilancio positivo: le esportazioni segnano un progresso di circa il 4% anche se il trend è rallentato rispetto a quello del 2024, quando l’export nello stesso periodo era aumentato del 9,15%.
«È positivo il fatto che le esportazioni siano in crescita – ha commentato ancora il Direttore Generale – ma, anche se il trend attuale resta più lento, la direzione è comunque quella giusta».

In ripresa i consumi al dettaglio in Italia

Anche il mercato interno mostra, intanto, segnali di ripresa. «È migliorato il trend dei consumi al dettaglio in Italia rispetto allo scorso anno – ha sottolineato Berni – ma nello stesso tempo occorre fare molta attenzione a non farsi prendere la mano sulla produzione. Non deve aumentare, quindi, come si è registrato ad aprile, ma è necessario che nei prossimi 8 mesi, quindi da maggio a dicembre, si faccia rientrare l’incremento per arrivare a una crescita dell’offerta non superiore al 3% nel 2025 in equilibrio con la richiesta di mercato».